domenica 23 marzo 2008

il sessantotto

Il sessantotto è entrato in casa mia dalla porta d'ingresso con le chiavi in mano e la divisa da carabiniere; con la consapevolezza che eravamo dalla parte buona, la parte dello Stato.
Dentro di me, per l'aria che tirava in casa, sapevo che non avevano tutti i torti, ma non era quello il modo.
Vedevo gli occhi preoccupati di mia madre guardare il telegiornale: quelle bombe, gli scontri le urla il fumo la facevano tremare, ma per me era scontato il ritorno di mio padre, mai un dubbio lui era puntuale! e sempre sorridente. E bello.
Sapevo che fuori dalla porta il mondo fremeva, i giovani erano sempre arrabbiati, non ne capivo le ragioni, ma ero giovane anch'io e per osmosi ero simpatizzante.
In casa non avvertivo una completa chiusura alle motivazioni sapevo solo che no la violenza non era tollerabile.
Quegli anni sono confusi nella mia mente sì, ma da quegli anni traggo spesso suggerimenti per la mia vita presente. Ho chiaro dentro di me quali sono i miei diritti, ma anche i miei doveri e che spesso coincidono.

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