domenica 12 luglio 2009

in Carbonaia..



Con la nonna si andava all'orto dello zio Agusto in Carbonaia.
Si partiva di buon'ora per evitare la calura, noi eravamo sempre eccitati e lei sempre molto pratica.
Tre pulcini con la chioccia.
Lei alta e bella con il paniere in mano, noi tre di corsa avanti e indietro lungo il bordo della strada.
“attenti alle macchine!!” ci diceva ogni tanto.
La prima tappa importante era il ponte sulla Lama, per noi bambini era altissimo e temerario attraversarlo perché era fatto di ungarine di ferro e assi di legno e fra asse e asse si vedeva il vuoto e il fiume , a pensarci mancava il fiato!
Poi arrivavamo all'orto.
Quasi un giardino da come era curato: pomodori rossi a grappoli profumatissimi, fagiolini a strame, cipolle con i loro ciuffi verdi e grassi messe in solchi perfettamente dritti, prezzemolo, agli in fiore con quelle nappe bianche, le piante di zucchine con le foglie grandissime e ruvide e quei fiori gialli bellissimi e visitati in continuazione dalle api; e poi piante di cetrioli , poponi , carote e dalie; sì, fiori da giardino nell'orto, erano per il tabernacolo della Madonna.
C'era una sorgente di acqua lì e lo zio aveva costruito con le zolle una vasca abbastanza grande da contenere i vinchi a mollo per tenerli umidi e flessibili, questa fontana era quasi magica con tutta la borraccina e la frescura e poi ci viveva un grosso rospo sotto un sasso che noi andavamo a controllare sistematicamente come un'appuntamento inderogabile. Da lì partivano solchi irrigatori per tutto l'orto e mentre la nonna riempiva il paniere, noi si scorrazzava in lungo in largo a piedi nudi camminando dentro i solcchi.
L'acqua ammorbidiva la terra e noi infilavamo i piedini dentro questa melma in una sensazione di piacere infinito, ma a quel punto la cosa più bella era che la nonna i permetteva di andare, sotto la sua vigile soreglianza, al fiume a lavarci.
Forse non era tutto così bello e solare come ora mi ricordo, ma sta di fatto che se penso a quei momenti non mi posso togliere di testa la sensazione del sole, dell'acqua e il ricordo della mia bellissima nonna che, fiera, con il paniere sulla testa, una mano sulla vita e l'altra con la falce a tenere una mannella di erba, cammina accanto a me e raccontava storie per tenerci vicini e al sicuro lungo il bordo della strada. Era la sensazione di essere amata.

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