Tempo fa una mia cliente, che è insegnante elementare, mi raccontava un fatto accaduto tempo addietro nella sua classe.
Un bambino ha una lite con un compagno: si strattonano prendendosi per i vestiti e così finisce che uno di due strappa il giubbotto dell'altro, quindi la maestra è costretta a scrivere una nota sul diario di colui che ha fatto il danno. La risposta del padre è la seguente: “avrà avuto i suoi buoni motivi” e nemmeno si presenta personalmente dall'insegnante.
Allora, penso io, se avesse avuto una pistola in mano e avesse sparato avrebbe avuto le sue buone ragioni lo stesso!!?
Forse il nuovo voto in condotta sarà un buon deterrente sia per i ragazzi che una spintina per genitori assenti a frequentare la scuola, perchè se il figlio boccia voglio vedere come gli girano le scatole!!!
Nel giurassico quando andavo a scuola io, mi ricordo di aver pensato ogni tanto a quel voto di condotta, soprattutto quando qualcuno dei miei compagni prendeva qualche nota sul registro.
Negli anni a seguire fu piacevole trovare qualche professore aperto che ci trattava come adulti facendoci gestire interrogazioni e voti, ma riconosco che era difficile essere realmente obiettivi e mantenere un profilo basso senza ubriacarsi di libertà e potere.
Ho fatto la rappresentante di classe quando frequentavo e successivamente la rappresentante dei genitori per mia figlia dalle medie a tutte le superiori e ligia ai miei doveri ho rappresentato tutti senza mancare mai ad un appuntamento, la cosa che più mi è rimasta in mente di tutto questo periodo è l'assenteismo dei genitori alle riunioni o ai colloqui e il menefreghismo degli studenti alle assemblee sia di classe che di istituto.
A volte penso che provenendo da un'istruzione classica in cui i maestri o i professori erano ancora agganciati ai vecchi valori, in cui l'insegnante non si discuteva e ci si alzava quando entrava in classe, probabilmente non capisco i professori di adesso che sono quelli che hanno studiato negli anni ottanta quando si andava avanti solo per conoscenza e non per merito, ma poi mi rendo conto che non è così semplice e riduttivo, il problema è molto più complesso.
Intanto alla mia epoca i genitori non contavano nulla e il rapporto era solo fra alunno e insegnante, adesso invece i genitori sono importanti e se lavorassero insieme potrebbero ottenere buoni risultati, ma spesso anzi quasi sempre, sia gli uni che gli altri sono sempre sulla difensiva e così ci rimette sempre lo studente.
Io non ho mai parlato male degli insegnanti di fronte a mia figlia, al limite posso essere stata un po' critica,ma dando sempre una spiegazione; invece sento spesso genitori che denigrano in malo modo i professori e li offendono fino alla settima generazione con i figli presenti avvalorando in loro la convinzione di poter essere arroganti e pretenziosi con l'appoggio dei genitori stessi. Per loro conto però anche i professori non si prendono le loro responsabilità delegando a giudizi pressocché uguali quello che dovrebbe essere invece uno strumento (il voto) per aumentare le convinzioni di coloro che invece credono e fanno il loro dovere.
Quindi penso che mentre i genitori si comportano male e i professori delegano, gli alunni fanno la bella vita e se e fregano delle regole.
Regole che sono l'unica cosa che serve per relazionarsi con gli altri e attraverso di esse metterci in contatto e vivere la vita di società civile.