E' sera,
venerdì sera,
e come ogni venerdì sera la fabbrica si vuota,
rimane dentro odore di acido muriatico e metalli silenziosi. Generalmente questo produce in me un senso di sgomento,
quasi che senza gli operai
non potessi fino al lunedì portarmi il pane alla bocca.
Non che mi senta un parassita, ma ho quasi bisogno del loro risentimento,
del loro odio sociale:
poi penso che il sabato già non penserò al lavoro,
vivrò nello splendore dei campi,
sotto gli ulivi d'argento,
con mille idee in testa, sotto un cappello di pelliccia.
Mi sento virile,
finalmente non schiavo, non padrone,
mi penso libero.
BRANDIMARTE
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